Si tratta di scenari ancora in forte trasformazione, ma sicuramente il mondo retail sta iniziando ad approfittare dei grandi vantaggi che questa tecnologia offre, producendo nuovi micro-content. L’AR può mostrare contenuti contestuali ogni qualvolta l’utente si trova ad inquadrare con lo smartphone un prodotto specifico, un simbolo o un oggetto predefinito.
È una dinamica di fruizione che migliora non solo le possibilità di vendita, ma anche le occasioni di dialogo con il brand.
Tuttavia, siamo solo all’inizio. Dal punto di vista delle applicazioni business c’è ancora tanto margine di sviluppo. Penso sicuramente alle integrazioni dei processi di “InStore Assistant” e “Caring Post vendita”, ma soprattutto al data-collecting, poiché l’AR permette di raccogliere dati contestuali, che uniti a sistemi di AI e Deep learning ci forniscono modelli predittivi e realistici soprattutto a vantaggio del consumatore.
In questo mercato come in altri, il Covid ha fortemente accelerato alcune tendenze di digital transformation già in atto. Nello specifico:
Nei prossimi due anni ci aspettiamo un’ulteriore spinta a queste applicazioni grazie ad un’ondata di nuovi hardware wearable, specifici per l’AR (soprattutto occhiali).
Il tempo dei consumatori viene decisamente ottimizzato, perché puoi conoscere in anticipo le disponibilità di alcuni prodotti (es. taglie, colori, versioni…) e completare l’esperienza d’acquisto senza fila alla cassa.
Ma soprattutto migliora la qualità del dialogo tra customer e brand /prodotto grazie a un continuo dialogo “phygital”.
In poche parole il dialogo permette di avere un’esperienza di acquisto con più intrattenimento e proposte realmente interessanti, oltre a processi più efficienti.
Il bello delle esperienze digitali è che sono tracciabili… ma le esperienze AR si tracciano ancora meglio perché contestuali. Possiamo registrare meglio comportamenti e abitudini dei target (in forma totalmente rispettosa della privacy) utili per la creazione di nuovi modelli predittivi.
In sintesi l’obiettivo principale è migliorare gli obiettivi di vendita con la logica della personalizzazione, ma contenendo i costi di sviluppo come in una tipica strategia scalabile.
L’Immersive Marketing è essenzialmente micro-innovazione. Noi non facciamo innovazione di sistema, ma miglioriamo pezzi di esperienza e acquisiamo dati. Questo significa potenziare e non mutare le dinamiche in atto, letteralmente “aumentiamo” a piccoli passi brand e prodotti. È un punto cruciale, perché si tratta di innovare con una tecnologia che è allo stesso tempo di easy adoption e fortemente abilitativa.