SEO Everywhere: come presidiare il nuovo customer journey omnicanale

Per anni abbiamo vissuto convinti che “essere su Google” fosse la chiave del successo digitale. Bastava lavorare su keyword, backlink, metadescrizioni e pazientare per conquistare la tanto ambita prima pagina. Ma oggi, anche un sito che brilla nei ranking rischia di avere vendite stagnanti e conversioni ferme.

Non perché Google abbia perso potere, ma perché gli utenti hanno cambiato abitudini. Non “cercano” più nello stesso modo: decidono altrove, nei luoghi dove passano il loro tempo, dove si fidano delle opinioni degli altri, dove l’immediatezza e la percezione contano più della classica keyword.
Un commento su TikTok, una recensione su Amazon, un thread su Reddit, una risposta di ChatGPT: sono questi i momenti in cui una decisione d’acquisto prende forma. Non coglierli significa restare fuori dalle conversazioni che contano davvero.

Questa complessità riflette ciò che viene definito il Messy Middle, la fase non lineare del customer journey in cui i consumatori oscillano tra esplorazione e valutazione. Approfondire questo concetto può aiutarti a comprendere come presidiare i micro-momenti decisionali e trasformare la visibilità in scelta concreta.

La Google Trap: perché la SEO tradizionale non basta più per essere scelti

Google resta un attore centrale, ma rappresenta solo una fetta di tutto ciò che oggi definiamo “ricerca”. Il resto – oltre il 70% – si distribuisce su piattaforme diverse, da TikTok ad Amazon, passando per YouTube, Instagram, Reddit e le AI conversazionali.
Ecco perché possiamo parlare di una vera e propria “Google trap”: aziende che festeggiano per un buon posizionamento organico, vedono il traffico crescere, ma non riescono a tradurre quei numeri in conversioni. Perché? Perché la decisione si è già giocata altrove.
Il problema non è “fare SEO” ma fare solo SEO tradizionale

Dal funnel lineare al nuovo customer journey: il nuovo percorso di acquisto

Per decenni abbiamo ragionato con la logica del funnel: awareness, consideration, decision. Lineare, ordinato, apparentemente prevedibile.
La realtà di oggi è molto diversa: il viaggio d’acquisto è diventato una costellazione di micro-momenti, ognuno con un ruolo preciso, che spesso si verificano in contemporanea.

Un esempio pratico:

  • Una persona vede un prodotto su TikTok e resta incuriosita.
  • Controlla subito le recensioni su Amazon per capire se è affidabile.
  • Legge un thread su Reddit per avere pareri autentici.
  • Chiede a ChatGPT se ci sono alternative più convenienti.
  • Guarda un video su YouTube per confrontare caratteristiche.
  • Poi, magari, acquista.

Tutto questo può avvenire in meno di mezz’ora, senza che l’utente abbia mai digitato una query su Google.
Ognuna di queste tappe svolge una funzione psicologica diversa: TikTok stimola l’emozione, Amazon offre rassicurazione, Reddit garantisce autenticità, ChatGPT promette chiarezza, YouTube approfondisce. Se non sei presente in almeno una di queste fasi, il tuo brand rischia di sparire.

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Visibilità digitale vs validazione del brand

Molti marketer continuano a valutare il successo basandosi esclusivamente sulla visibilità: quanti clic, quante visualizzazioni, quante impression. Nell’ecosistema digitale odierno, però, la visibilità rappresenta solo il primo passo: essere presenti non garantisce che gli utenti scelgano il tuo brand.
Il vero indicatore di rilevanza è la validazione.

  • Avere un profilo su TikTok ti rende visibile, ma essere menzionato spontaneamente in un video di un creator indica che il tuo brand gode di fiducia e riconoscimento.
  • Essere presenti nei risultati di ricerca di Google mostra visibilità, mentre comparire tra le risposte consigliate da ChatGPT come brand affidabile dimostra validazione.

E la validazione ha un impatto enorme, perché si traduce in fiducia. Fiducia che spinge alla decisione molto più velocemente di qualsiasi banner o keyword.
Nell’era delle AI, questo diventa ancora più critico: i sistemi non leggono e non scorrono pagine come facciamo noi, ma sintetizzano. E sintetizzano sulla base di ciò che viene citato più spesso e con più autorevolezza. Se non fai parte di quel network di riferimenti, non esisti.

Search Everywhere Optimization: le nuove regole della SEO

Parlare di Search Everywhere Optimization (SEO 2.0) non significa decretare la morte della SEO, ma la sua naturale evoluzione.
Non si tratta più solo di scalare Google, ma di presidiare i punti in cui nascono e si consolidano le decisioni. È un’estensione della SEO che va oltre il motore di ricerca classico per abbracciare tutti i motori decisionali: dai social ad Amazon, dai forum alle AI.

Come adattare la tua strategia di contenuti ai diversi canali digitali

Un errore diffuso tra i brand è replicare lo stesso contenuto ovunque. Ma ogni canale ha il proprio codice decisionale:

  • TikTok: qui contano emozione e immediatezza. I contenuti devono essere rapidi, visuali e capaci di generare un impatto emotivo.
  • YouTube: domina la profondità. L’utente cerca spiegazioni dettagliate, expertise e prove concrete.
  • Reddit: funziona solo l’autenticità. Ogni tono promozionale viene smascherato. Vince chi condivide esperienze reali.
  • Amazon: a determinare la scelta non è la descrizione del prodotto, ma la qualità e quantità delle recensioni.
  • Instagram: più che un acquisto, si compra un’identità aspirazionale.
  • AI come ChatGPT: non servono storytelling accattivanti, ma chiarezza, fonti solide e autorevolezza.

Ogni piattaforma, dunque, non è solo un “mezzo”, ma un motore decisionale a sé stante.
Molti brand sbagliano replicando lo stesso contenuto ovunque. È un approccio che non funziona. Serve adattare tono, messaggio e strategia al codice decisionale di ciascun canale.

Da dove iniziare con la Search Everywhere Optimization

A questo punto, qualcuno potrebbe sentirsi sopraffatto: “Ma devo essere su tutte le piattaforme?”. La risposta è no.
Il segreto è scegliere le piattaforme giuste e lavorare in profondità. Non serve presidiare dieci canali: ne bastano due o tre, se strategici.
Il criterio per sceglierli? Guardare dove i tuoi clienti prendono decisioni. Non dove passano tempo, ma dove cercano conferme, rassicurazioni, alternative.

Ecco alcuni esempi:

  • Se vendi prodotti consumer, probabilmente TikTok e Amazon sono i tuoi primi campi di gioco.
  • Se sei un B2B, LinkedIn e YouTube possono avere più impatto.
  • Se il tuo settore è innovativo o di nicchia, Reddit e le AI generative sono il luogo in cui educare e guadagnare fiducia.

Meglio dominare due piattaforme che contano, piuttosto che essere invisibili su dieci.

Il vantaggio competitivo di chi adotta subito la SEO Everywhere

La maggior parte delle aziende è ancora intrappolata nel vecchio schema, tutta concentrata su Google e poco attenta al resto. Questo significa che oggi c’è un enorme vantaggio competitivo per chi ha il coraggio di cambiare prospettiva.
Entrare nei luoghi in cui avvengono le decisioni non è solo una questione di marketing, ma di sopravvivenza. Perché mentre i tuoi competitor si affannano a inseguire l’ennesimo update dell’algoritmo di Google, tu puoi diventare parte delle conversazioni che contano davvero. E il bello è che non serve essere ovunque. Serve essere nei posti giusti, nel momento giusto, con il messaggio giusto.

Il consiglio pratico per partire? Scegli una piattaforma fuori da Google, quella dove i tuoi clienti cercano rassicurazioni o conferme. Investi lì per costruire fiducia. Una volta conquistato quel terreno, il resto si muoverà a cascata.

Se anche tu vuoi costruire un’esperienza omnicanale e coerente con le nuove abitudini di ricerca e decisione, contattaci per connettere tutti i touchpoint e trasformarli in valore reale per il tuo brand e per i tuoi clienti.